Plexr. Come interviene.

Prima di iniziare il trattamento Plexr occorre applicare sulle aree cutanee una pomata anestetica che già dopo 15 minuti procura una buon effetto anestetico.

Il trattamento prevede una serie di spot molto piccoli da produrre sulla cute che devono essere distanziati e orientati in base all’effetto lifting che si vuole ottenere, ciò rende l’intervento estremamente personalizzabile a seconda delle esigenze di ciascun paziente.

Le piccole aree trattate cioè sublimate risulteranno subito scure e poi evolveranno in sottili crosticine che dopo circa una settimana sono destinate a cadere e apparirà quindi una cute rosea e sottile . Poiché non tutti i pazienti possono sottoporsi al trattamento plexr, è di fondamentale importanza sottoporre il paziente ad una accurata anamnesi e valutazione clinica prima di procedere a qualsiasi tipo di applicazione. Sono seriamente esclusi tutti i pazienti affetti da deficit della coagulazione, pazienti con patologie renali ed epatiche. Inoltre lo si sconsiglia chiaramente alle donne in stato di gravidanza. La gestione post–trattamento da parte del paziente è molto semplice e non necessita della somministrazione di farmaci.

Nei giorni seguenti infatti occorre lavarsi semplicemente con acqua o con sapone neutro, senza far seguire alcuna applicazione di crema farmacologica e senza asportare le crosticine, ma attendendone la caduta spontanea.

E’ invece importante proteggere le aree trattate dai raggi UV, soprattutto dopo la caduta delle crosticine poiché la cute sottostante rigenerata è rosea e ancora non normalmente pigmentata. E’ possibile truccare la aree trattate magari con un fondotinta dotato di filtro solare alto.

Il metodo plexer, pur non essendo una metodica ablativa, può provocare alcuni effetti collaterali che comprendono dal semplice dolore, che può essere facilmente superato con l’applicazione di garze fredde, a segni permanenti, frutto di applicazioni molto invasive o da parte di operatori inesperti.

I trattamenti plexr possono ritenersi duraturi, in ogni modo la soggettività del paziente gioca un ruolo fondamentale non solo per quanto concerne la scelta su come e quanti spot praticare, ma anche per la riuscita nel tempo del risultato il cui successo può essere compromesso dalla tipologia di pelle , dallo stile di vita o dal  fumo.